Nel luogo in cui oggi si può ammirare la Parrocchiale di Fubine, dedicata a Santa Maria Assunta, sorgeva, secondo la tradizione, un tempio pagano, dedicato prima a Venere , dea della bellezza, e successivamente a Diana, dea della Luna e della Caccia (forse per la posizione del luogo immerso tra boschi e colline).
Nel VI secolo D.C. il tempio venne adattato alla religione cristiana e nell’anno mille fu annesso alla Diocesi di Asti: di quel periodo è ancora conservata l’antica Fonte Battesimale in pietra grezza.
Fubine e quindi la sua chiesa, subisce le influenze dei vari Signori e delle varie città di cui è crocevia: intorno al 1200 la chiesa passa sotto la Diocesi di Acqui-Alessandria, nel 1300 è proprietà dei Marchesi del Monferrato che possedevano tutto il territorio dell’alto e basso Monferrato, che aveva come via di comunicazione la Strada Franca.
Sempre nel 1300 la fabbrica della chiesa venne ricostruita in puro stile romanico e intitolata a San Cristoforo, patrono di Fubine: sulla facciata principale , giunta inalterata fino a noi, spicca il pregevole rosone in cotto restaurato nell’anno 2010 per volere del compianto Sindaco Gianni Baucia. Rosone che, con le sue splendide formelle rappresenta l’esempio più figurativo tra tutti i rosoni delle cattedrali del Piemonte.
Risale alla stessa epoca il protiro a lato dell’ingresso principale, piccolo portico su due colonne, dove un tempo si raccoglievano i fedeli in meditazione prima di entrare nella chiesa.
Tra il 1490 ed il 1512 furono terminati i lavori con l’erezione dell’abside e la chiesa venne nominata Parrocchia ed intitolata a Santa Maria Assunta nel 1519. Nel 2012 ricorre pertanto il cinquecentenario della costruzione della primitiva fabbrica romanica e del nostro meraviglioso rosone.
Passano tre secoli e la chiesa, nonostante i saccheggi subiti, viene arricchita del coro risalente al 1711 che ancora oggi possiamo ammirare e passa sotto la diocesi di Casale. Solo nella metà del 1800 è rimaneggiata in stile neogotico e assume l’aspetto attuale con l’aggiunta delle due navate laterali su cui si aprono 10 cappelle e la costruzione del campanile alto 56m., di forma ogivale, con archi lunghi e stretti, dalle eleganti bifore, con sottili colonnine e ricami rossicci, ispirato al campanile di Giotto di Firenze.
L’antico campanile venne demolito nel 1858, in quanto pericolante, e sostituito su progetto dell’architetto Angelo Martini con quello attuale. con i suoi 56 metri di altezza, uno dei più alti del Monferrato, esso rende riconoscibile da lontano il pese, di cui è giustamente il simbolo più noto, come tale ricordato nella prima strofa della “Canson ‘d Fibini” del poeta dialettale Ernesto Rossi, musicata dal Maestro Felice Testa.
Durante tutto l’arco del 1800 la Chiesa viene abbellita ed arricchita delle sue opere maggiori: l’altare maggiore, in marmo policromo, la statua della Beata Vergine in marmo bianco di Carrara, di stile barocco e di probabile scuola berniniana proveniente da uno spoglio napoleonico, la via Crucis: opera giovanile del pittore piemontese Paolo Gaidano (1861-1916), le quattordici tavole risalgono al 1883 e furono acquistate fortunosamente dall’arciprete dell’epoca, che riuscì a sottrarle ad un importante committente americano; e l’organo Mentasti del 1874, di 2000 canne.
I restauri più rilevanti sono stati fatti agli affreschi delle tre navate verso la metà del 1900, finanziati dallo “zio d’America”, il commendatore Pietro Robotti, realizzati da pittore casalese Costantino Sereno che nello stesso periodo ha operato nel Duomo di Casale Monferrato e nel Santuario della Consolata di Torino.